Prevenzione, funzionalità, efficienza, stile di vita.
Possiamo affermare che uno degli obiettivi più diffusi nelle società civilizzate è quello di vivere il più a lungo possibile.
Sicuramente è un traguardo che ci auspichiamo tutti noi anche se, osservando la nostra società, sembra che non facciamo ciò che è utile per raggiungerlo.
Viviamo più a lungo ma, contemporaneamente, viviamo gli ultimi decenni di vita in modo sempre più malato.
I malanni della terza età sono davvero portati solo dalla vecchiaia?
Durata e qualità della vita
In realtà, ogni giorno che passa diventiamo più pigri e ogni innovazione tecnologica aumenta la nostra pigrizia.
L’involuzione motoria e l’assoluta diseducazione alimentare portano un aumento di problematiche che di fatto riducono notevolmente la vera qualità della vita.
Le richieste odierne d’intervento riguardanti il mantenimento della salute sono, tranne limitate eccezioni, univocamente riconducibili a una mancanza parziale e a volte assoluta di funzionalità ed efficienza del nostro organismo, quasi sempre dovute a una inesistente “vera prevenzione” e ad uno sbagliato “stile di vita”.
Necessità quali:
lievi dimagrimenti, obesità, dolori alla schiena, mantenimento o ripristino dell’indipendenza motoria, maggior energia durante il giorno, stipsi, mal digestione, eccetera, sono sempre più precoci.
Da diversi decenni ormai siamo testimoni di come l’aspettativa di vita si sia realmente allungata e contemporaneamente siano dilagate una serie di malattie e malesseri, anche in fasce di età precedentemente indenni.
Ne sono un esempio l’obesità infantile, il diabete, le varie forme di intolleranze, le problematiche intestinali e le limitazioni motorie che iniziano addirittura dai quarant’anni.
Obiettivi funzionali
Quindi il vero obiettivo da porsi, non è allungare ulteriormente la sopravvivenza aumentando al contempo la percentuale di non autosufficienti o d’individui non efficienti ma assicurare una vita qualitativamente accettabile.
Le scelte e gli atteggiamenti di ogni giorno devono essere funzionali a una vita efficiente.
Perché arrivati a un punto cosi avanzato nell’evoluzione della specie umana siamo costretti a prendere coscienza della funzionalità delle nostre scelte giornaliere se vogliamo vivere bene oltre che a lungo?
Le origini del male
È indubbio che la quantità e qualità dei movimenti richiesti dalla situazione ambientale odierna si siano drasticamente ridotte.
Inoltre la sbagliata gestione della nutrizione ha fatto nascere vere e proprie patologie sconosciute ai nostri antenati. (vedi approfondimenti regressione motoria, ipocinesi, mal nutrizione).
Sintetizzando affermiamo che:
- L’addestramento motorio dei nostri figli è generalmente insufficiente e qualitativamente scarso;
- I comportamenti motori e alimentari della famiglia si trasmettono ai comportamenti dei figli;
- L’involuzione alimentare, dal neonato all’anziano, ha accelerato tutti i processi d’invecchiamento minando le nostre difese naturali;
- L’inconsapevolezza di tutti gli individui sull’enorme potenziale dell’attività motoria personalizzata e della corretta alimentazione relativa alla diminuzione dei fattori di rischio e problematiche senili porta a scorrette strategie di prevenzione.
La vera prevenzione
Il falso approccio al concetto di prevenzione per alcuni significa eseguire esami di controllo con elevata frequenza, senza poi modificare i comportamenti che influenzano i livelli di rischio.
Questo erroneo concetto ci svia dalla ricerca della migliore espressione del potenziale psico-fisico che ogni persona possiede, ma che rimane per gran parte inespresso e anzi regredisce precocemente.
L’espressione di tale potenziale dovrebbe essere preoccupazione del singolo, dei famigliari e della “comunità”, perché i risultati migliori si ottengono con un’azione continua di mantenimento, di riprogrammazione e corretta nutrizione della macchina umana nel corso dell’inevitabile invecchiamento.
È necessario acquisire una nuova coscienza del benessere per far coincidere longevità e salute.
Come comportarsi
In particolare, dovremmo rivolgere la nostra attenzione verso tre grandi direttrici dell’attività preventiva e ri-educatrice:
- Prevenzione motoria attraverso il Piacere di Muoversi;
- ” alimentare attraverso la Vera Nutrizione;
- ” emozionale attraverso il Pensiero Funzionale.
Attualmente esiste un’assoluta sproporzione tra gli sforzi che si fanno per allungare la durata della vita e gli investimenti per migliorarne la qualità.
Ovviamente, una popolazione che vive più a lungo ma nel malessere offre molte più opportunità di guadagno.
Vediamo alcuni esempi:
- un anziano già a 70 anni ha problemi a salire le scale: il montascale è la soluzione;
- glicemia alta a 55 anni: l’ipoglicemizzante è la soluzione;
- mal di schiena, male alle spalle o alle ginocchia a 40 anni: l’antidolorifico/antinfiammatorio è la soluzione.
Sono solo esempi, devo ammettere volutamente provocatori, della nostra situazione attuale.
Aggrava il quadro, l’erronea percezione del valore che diamo alle azioni che hanno un grande impatto sulla prevenzione.
Ad esempio per alcuni fare “ginnastica” è una perdita di tempo oltre che noioso; per altri il prevenire si basa esclusivamente su fare esami di routine continui.
Quest’ultima cosa mi fa letteralmente impazzire!
Milioni di persone aspettano di avere qualche esame fuori posto per poi disperarsi e correre ai ripari!
Ovviamente dando la colpa alla sorte, all’età o al medico che non le aveva mai detto che una bottiglia di buon vino consumata tra il pranzo e la cena con caffè e amaro mentre si fuma una sigaretta dopo il pasto, avrebbe potuto alla lunga creare problemi.
Godersi la vita
Chi ha dubbi su quanto vale oggi un’ora di piacevoli stimoli palatali seduti a tavola gustando il meglio che si possa trovare rispetto al nutrirsi nel modo giusto per ottenere qualche decennio senza farmaci tra qualche (lontano) anno?
Quanto è piacevole l’accogliente poltrona alla fine di una stressante giornata, rispetto ad andare ad allenarsi solo per avere una dignitosa soddisfazione di potersi accudire da soli, liberi di muoversi autonomamente nella (lontana) vecchiaia?
Quanta soddisfazione ci da spendere i nostri sudati guadagni per premiarci del nostro impegno acquistando un bel orologio o una gran bella borsa, invece di buttare via i soldi per assumere un personal trainer che rompe le scatole con tutte le sue regole e prescrizioni?
In fondo, tutti sappiamo che alle malattie ci pensa il medico che ci deve assicurare la salute, cosi come la salvezza dell’anima è compito del prete e il governo del paese è compito dei politici.
A noi non resta che goderci la vita ……
Conclusioni
In sintesi, mancano un processo educativo delle istituzioni e la presa di coscienza dei singoli individui per favorire un re-indirizzamento delle risorse che consenta di migliorare la “vera qualità della vita”.
Questo rende necessaria l’acquisizione da parte di ognuno di noi di conoscenze che ci permettano di costruirci un domani in salute.
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- Riprendi il controllo del tuo corpo: Educazione motoria
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