Il cane, la campanella e i riflessi condizionati

Il meccanismo del condizionamento, che sta alla base dei biocomportamenti, è uno dei pochi principi psicologici pienamente dimostrato sul piano sperimentale.

Questo principio condiziona tutte le tue scelte, a te l’onere di conoscerlo, riconoscerlo e usarlo a tuo vantaggio.

L’alternativa è lasciare ai biocomportamenti le redini della tua vita… nonostante tu possa pensare che sia tu a condurle.

Riflessi condizionati, conosciamoli con l’aiuto di un cane e di un campanello

Nel capitolo intitolato “Il significato della camera da letto” del mio manuale sul sonno, trovi questa affermazione:

Il nostro cervello funziona per associazioni; tutti i suggerimenti fin qui descritti funzionano appunto perché a forza di ripeterli si creano delle associazioni automatiche inconsce.

Ovviamente questa affermazione vale per tutti i comportamenti automatici, non solo per quelli inerenti al sonno.

Il tuo cervello nonostante sia una macchina complessa e sofisticata ha un “funzionamento banale”.

Un meccanismo incredibilmente complesso che funziona banalmente?

Facciamo questa domanda ad un cane…vediamo cosa ci abbaia…

Se ha fame sbava

Chiunque abbia visto un cane affamato quando gli si presenta il cibo, può riconoscerne un particolare comportamento:

Il gesto ripetuto di leccarsi i baffi fino a quando non si tuffa con la testa nella ciotola.

Quando il cane capisce che stai arrivando o anche solo andando in direzione del cibo a lui destinato, inizia a leccarsi i baffi compulsivamente perché inizia immediatamente ad aumentargli la salivazione.

Proprio questo comportamento è l’oggetto di studio del professore universitario Ivan Petrovic Pavlov (1849-1936)

Le sue ricerche sulla fisiologia dei processi digestivi e sulla loro attivazione, a partire dalla salivazione, hanno dato alla scienza il più importante schema tipico del nostro comportamento.

Curiosità: le ricerche sulla fisiologia della digestione e sui riflessi condizionati, procurarono a Pavlov il premio Nobel nel 1904.

Il metodo che usò è semplicissimo, ogni volta che dava da mangiare al cane suonava un campanello, più specificamente, quando il cane era affamato veniva suonato un campanello prima di presentarle del cibo succulento.

Lo schema dei riflessi condizionati

Lo schema tipico evidenziato dalla ricerca pavloviana è il seguente:

  1. Precondizione: un cane affamato
  2. Stimolo neutro: sente suonare un campanello al quale rimane indifferente
  3. Stimolo incondizionato naturale: gli viene presentato del cibo con un odore appetitoso, per il quale inizia a sbavare
  4. Stimolo condizionato: dopo ripetute sequenze campanello-cibo, il cane sente la campana e automaticamente saliva senza che gli venga presentato del cibo.

Spiegazione dello schema dei riflessi condizionati

Nei punti appena citati, lo stimolo neutro ed indifferente (campanella), diventa condizionato (produce salivazione) dopo che avviene l’associazione mentale al cibo (stimolo incondizionato) in rinforzo alla condizione di fame (precondizione)

Il nostro cervello funziona per associazioni!!!

I riflessi condizionati tendono a radicarsi, ovvero a creare nuove connessioni neurologiche secondo una “gerarchia di rinforzi”:

  • più velocemente e profondamente con un rinforzo casuale a random
  • che con un rinforzo cadenzato ovvero n volte
  • che con un rinforzo costante cioè sempre

Rinforzi positivi e rinforzi negativi.

Il meccanismo descritto, ovvero il condizionamento, è presente in quasi tutte le specie animali…compreso il più…vabbè, compreso l’uomo.

È un processo di apprendimento automatico, vale a dire inconscio, basato su associazioni automatiche, indi per cui, è un processo passivo che non richiede collaborazione dal parte del soggetto.

La cosa interessante è osservare come il rinforzo positivo, per essere efficace, richiede un maggior numero di somministrazioni rispetto al rinforzo negativo.

Questa è una verità fisiologica assoluta, quindi ci si abitua di più a non fare una cosa se ti bastonano, piuttosto che a farne un’altra mentre ti dicono che sei bravo.

Se il rinforzo viene a mancare, la risposta condizionata tende ad estinguersi; al ripresentarsi del rinforzo estinto, il riflesso condizionato torna rapidamente a manifestarsi.

Ora non uccidermi per quello che ho scritto! lo scritto come provocazione, non ho nessuna intenzione di spronare nessun atteggiamento che possa danneggiare qualcuno.

Spero sia passato il concetto, comunque per evitare che rimanga antipatico a qualcuno, approfondisco.

Cos’è un rinforzo

Rinforzo = effetto che segue un certo comportamento e determina la probabilità che quel comportamento venga emesso.

I rinforzi possono agire su bisogni di varia natura, quindi si distinguono in primari e secondari, la modalità con cui si agisce o si produce un rinforzo può essere continua o intermittente.

Tipi di rinforzi

Il rinforzo può essere di due tipi:

  1. Rinforzo positivo il quale produce un effetto piacevole e agisce da ricompensa, aumentando la probabilità che un comportamento si manifesti
  2. Rinforzo negativo il quale produce un effetto di sofferenza, aumentando le probabilità di apprendimento di comportamenti che eliminano attivamente la fonte di dolore.

Un esempio di rinforzo positivo, possiamo vederlo nel comportamento di un bambino che si accorge che,  iniziando a gridare e a sbattere i pugni, la mamma gli dà il gelato (rinforzo) che desidera e che inizialmente gli aveva negato.

Ovviamente il bambino tenderà a riprodurre tali comportamenti inadeguati per ottenere ciò che vuole.

Un altro bel esempio è la sensazione di benessere/estasi quando addenti (comportamento) un bel croissant zeppo di crema nel tuo giorno libero dalla dieta.

Il bliss point del croissant accenderà l’area del piacere del tuo cervello (rinforzo) come le insegne di Las Vegas….ecco perché quando senti il profumo di croissant appena sfornati sbavi…bau bau bau.. grrrr

Il rinforzo negativo invece è quello che instaura i riflessi condizionati con molta più velocità.

Infatti, svitando una lampadina (comportamento) è bastato bruciarsi le dita (rinforzo negativo) una sola volta per ricordarsi automaticamente di tastarla prima di svitarla (riflesso condizionato) le volte successive in cui era necessario cambiarla.

la punizione

E finalmente ti tolgo i dubbi, nel caso li avessi, in merito alle bastonate.

La punizione, ovvero un rinforzo totalmente negativo, riduce la probabilità che un comportamento venga prodotto ma solo temporaneamente.

È meno efficace del rinforzo, in quanto può ledere l’autostima la dove il soggetto non conosce perfettamente il motivo della punizione.

Può portare ad un inibizione generalizzata del comportamento, quando il soggetto non sa come sostituire il comportamento punito.

Potrebbe instaurarsi un rapporto di paura tra punito e punitore.

È facile che si inneschino atteggiamenti alternativi altrettanto negativi come agire di nascosto, sfidare il punitore, ecc.

Cosa succede una volta che il riflesso condizionato è instaurato

Quando un riflesso condizionato è instaurato, può esserci una generalizzazione dello stimolo, rinforzando vari stimoli simili, o può esserci una discriminazione dello stimolo che rinforzerà solo alcuni stimoli tra quelli simili.

Tutti i riflessi condizionati una volta instaurati, possono agire a loro volta come rinforzi per ulteriori apprendimenti condizionati di livello superiore.

Ecco come ad esempio un cambio d’abitudine come poltrire sul divano (comportamento) possa essere sostituita automaticamente nel tempo con l’allenamento (riflesso condizionato), una volta che si percepisce il notevole aumento del benessere (rinforzo positivo) indotto dall’esercizio fisico.

Ovviamente c’è bisogno di una precondizione affinché il soggetto che poltrisce prenda in considerazione il cambio d’abitudine.

La precondizione potrebbe essere che ha avuto un infarto o che si è stufato di sprecare la vita ipnotizzato davanti alla tv oppure…

Proviamo a fare esempi insieme?

 

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