Abitudini potenzianti e depotenzianti

Abitudini potenzianti e abitudini depotenzianti

Viviamo il 97% della nostra vita secondo abitudini.

Ogni giorno assumiamo sempre gli stessi comportamenti, pensiamo sempre le stesse cose e la nostra vita è una consuetudine che facciamo passare assuefatti dai programmi inconsci.

Questi programmi o abitudini decidono il 100% della nostra vita?

Definizione di abitudine

Tendenza alla continuazione o ripetizione di un determinato comportamento, collegabile a fattori naturali o acquisiti e riconducibile al concetto di consuetudine o di assuefazione.

Questa definizione viene anche associata o ulteriormente arricchita con “disposizione naturale”

L’origine della parola abitudine deriva dal latino  habitudo -ĭnis, der. di habĭtus -us ‘contegno, aspetto’

Detto questo quindi, si può affermare che sei la somma delle tue abitudini!!

Il tuo contegno, il tuo aspetto è il risultato delle tue abitudini che tu ne sia cosciente o no.

Come si formano le abitudini

Il processo di formazione delle abitudini è forse il processo più importante da comprendere se hai deciso di vivere davvero una vita al massimo delle tue potenzialità.

Per poterti spiegare al meglio questo processo devo utilizzare termini che avrai sicuramente già sentito come ad esempio, riflessi condizionati, credenze, certezze.

A questo proposito ti consiglio di leggere tutto il percorso formativo Feeling <<leggi di più>>

Una storia sulle abitudini diventate dipendenza

Come avrai letto nel percorso formativo che ti ho suggerito poc’anzi, esistono due meccanismi che stanno alla base di tutte le tue scelte:

  1. Biocomportamenti
  2. Programmi mentali

Ora ti faccio un esempio di come un biocomportamento diventa un programma mentale, un abitudine ed infine una dipendenza.

Ciuccietto e miele

Il nuovo arrivato a solo pochi mesi e come tutti i bebè spesso piange.

A volte a fame, a volte a male , a volte è da pulire, a volte piange e …basta, sicuramente ti è capitato di assistere ad un momento come questo dove, la mamma o la nonna, per consolare o trovare una soluzione alla disperazione del piccolo, decidono di bagnare il ciuccio nel miele.

Ignare del fatto che un bebè è come un computer vergine, con l’hardware in costruzione iniziano ad installare il primo software :

Se sono disperato succede un miracolo…qualcosa di dolcissimo mi viene dato, qualcosa che il mio cervello non riconosce grazie al quale viene sovrastimolato, eccitando al massimo l’area del piacere.

Questa associazione “super dolce/piacere” crea un biocomportamento indotto tramite i sensori gustativi e i software successivi che verranno installati dai programmatori saranno:

  • Se mi dai un bacio ti do un bombo
  • Se fai il bravo ti do un biscotto
  • guarda come è bravo questo bambino che svuota il piatto

Cosi il nostro computerino agli inizi delle sue elaborazioni, inizia ad associare la nuova reazione (biocomportamenti) a questi stimoli all’amore della mamma, della nonna, della famiglia, al dolce o a qualsiasi altro prodotto alimentare venga usato per calmare o arrivare ad un compromesso comportamentale, facendo nascere i primi programmi mentali.

Bambini mai cresciuti

Passato qualche anno, gli adulti si ritrovano a spazientirsi davanti hai capricci del bambino quando non gli si compra il gelato qualche ora prima della cena perché gli rovina l’appetito.

È assurdo,  ma proprio chi ha inconsapevolmente installato un programma automatico/abitudine, utilizzando il tasto “iperdolce” che attiva la stimolazione neuro-ormonale attraverso i sensori del gusto, non riconosce il proprio lavoro!!!

Quanti adulti o presunti tali non riescono a fare a meno del dolcetto a fine pasto?

Abitudine o dipendenza?

Cosi tutte le abitudini sono programmi mentali automatici indotti, alcuni possono essere vantaggiosi come ad esempio l’abitudine di alzarsi sempre alla stessa ora, o di fare esercizio, o di prestare grande attenzione alle parole che si usano, o alla semplice maestria nel condurre un veicolo.

Altre abitudini sono incredibilmente nocive: fumare, bere alcolici, drogarsi, mangiare super condito, stare davanti alla tv, pc, telefonino per ore ecc. ecc.

Come si fa a riconoscere un abitudine da una dipendenza?

Indipendentemente dall’abitudine che prendiamo in considerazione il metodo per capire se è diventata una dipendenza è semplice ed incredibilmente efficace:

Smetti immediatamente di manifestare l’abitudine, se ci riesci con uno sforzo minimo e puoi tranquillamente non manifestarla più, stai certo che era una semplice abitudine.

Diversamente sei di fronte ad una dipendenza!

Per dipendenza si intende una alterazione del comportamento che da semplice o comune abitudine diventa una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. L’individuo dipendente tende a perdere la capacità di un controllo sull’abitudine

Non c’è differenza tra un drogato in astinenza e una persona che va nel panico perché ha dimenticato a casa il cellulare e deve tornare indietro a tutti i costi a prenderlo.

Se hai perso il controllo sull’abitudine, una qualsiasi abitudine, ne sei dipendente.

Cosi come chi non riesce a non mangiare alcuni cibi ha una vera e proprio dipendenza, idem per chi non riesce ad essere sereno e cosi via..

Sono differenti le condizioni organiche ma in tutti i casi si manifestano dipendenze.

Praticamente tutte le abitudini depotenzianti sono dipendenze, cosi come le abitudini potenzianti lo sono!!

La differenza è che ci si può “abituare” al benessere, alla salute, alla serenità o al sovrappeso, al mal di stomaco, alla tristezza, alla mancanza di tempo, alla sfiga, ecc.

L’importanza della consapevolezza

È imperativo conoscere i meccanismi che possono aiutarci ad andare nella direzione che scegli.

Anzi, senza prima conoscere tutti i meccanismi automatici che avvengono nella nostra mente e conseguentemente nel nostro corpo (e viceversa), difficilmente sarai in grado di scegliere…consapevolmente.

La “normalità” è lasciare decidere alle abitudini e ai programmi installati da altri per noi..

La cosa che più mi dispiace è che in questi ultimi tempi, la tendenza è proprio quella di programmare le persone, di spingerle sempre più lontane dal proprio centro.

Prova a pensarci, quante preoccupazioni sono fuori ? quante cose preoccupanti vedi al di fuori del tuo essere?

Probabilmente alcune righe prima ti ha lasciato dubbioso la mia affermazione riguardo alla serenità..

Esiste una dipendenza, chiamata dipendenza emotiva che rende molto improbabile vivere sereni..ma questa è un altra storia..

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